Facciamo un po’ di chiarezza su numero palestre low cost nate nella provincia di Monza e Brianza, analisi del franchising lucrativo, caduta della professionalità, azzeramento della cura al cliente.
Negli ultimi tempi, in particolare nella provincia di Monza e Brianza, si sta diffondendo sempre di più il fenomeno delle palestre low cost.
Sono ormai più di 10 i centri sparsi solo nella nostra provincia, sono strutture che offrono ai clienti abbonamenti mensili a pochi euro assicurando di fornire, diversamente da quanto accade, un ottimo servizio tramite personale sempre presente in sala per assistere i soci durante tutto l’arco della giornata. Il più delle volte, infatti, esse sono aperte 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Per circa 15-20 euro, quindi, viene anche concessa l’opportunità di partecipare anche a diversi corsi, come quello di Pilates, di Zumba, Functional Training e Fit Combat.
Definite anche come Basic Club, esse consistono in centri fitness di medie dimensioni. Gli esercizi vengono ridotti all’essenziale, così come lo spazio a disposizione, che è sfruttato fino all’ultimo centimetro. Lo scopo è quello di invogliare la sottoscrizione di nuovi abbonamenti che, dati i costi irrisori, dovrebbero essere preferibilmente tanti: di conseguenza, si punta più alla quantità che alla qualità.
Palestre low cost: varie considerazioni
Ad oggi, non si è ancora compreso se, effettivamente, le palestre low cost saranno in grado di mutare il quadro dell’offerta fitness. Da un lato, ciò vuol dire che non bisogna farsi prendere dal panico, mentre dall’altro occorre necessariamente considerare che la situazione potrebbe degenerare in qualsiasi momento.
Nate, probabilmente, per andare in soccorso a tutti coloro che sono stati colpiti dalla crisi economica in maniera incisiva, queste strutture si concentrano per lo più al nord piuttosto che al sud. Tuttavia, la causa della chiusura di un numero non trascurabile di club può essere individuata, più che nelle offerte vantaggiose, negli imperdonabili errori di gestione.
Sicuramente, dunque, non si parla di un fenomeno passeggero, il quale, comunque, sta iniziando a far nascere non pochi dubbi circa la stabilità del mercato.
I pericoli celati dietro un basso costo
Le palestre low cost, purtroppo, sono viste come una vera e propria opportunità di risparmio da molti clienti attenti alla propria forma fisica. Essi, infatti, credono di ottenere il medesimo servizio offerto da molti centri a prezzi notevolmente inferiori.
Innanzitutto, occorre sottolineare come sorgano numerosi dubbi sulla possibilità di applicare determinati prezzi molto bassi a un business del genere che porta, inevitabilmente, a creare cash flow (movimento di cassa, ovvero la differenza tra entrate ed uscite in un certo arco temporale) per gli imprenditori stessi. Si giunge, quindi, alla conclusione che questi tagliano laddove possono farlo, cioè sul personale, i cui costi incidono notevolmente su quelli totali della gestione. Eliminare personale qualificato, assumendo giovani talvolta privi di esperienza, porta ad offrire di certo convenienza, ma non qualità. Alla fine, si entrerà in palestre per allenarsi senza alcuna supervisione ed indicazione.
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Fitness low cost: per chi è adatto?
Iscriversi in una palestra low cost può essere una valida alternativa esclusivamente all’allenamento in casa da parte di chi è un esperto nell’esecuzione degli esercizi in grado di utilizzare gli attrezzi autonomamente.
Senza l’assistenza da parte di personale qualificato vi è un’alta percentuale di possibilità di farsi seriamente del male. Infatti, solo il 12% della popolazione italiana svolge una regolare attività fisica, mentre il restante 88% non lo fa per mancanza di tempo ed organizzazione, oltre che per problemi di salute, come ad esempio l’obesità. Dunque, coloro che si dirigono verso questo tipo di strutture corrono il rischio di andare incontro a problemi fisici gravi, il più delle volte irreversibili non potendo essere più risolti.
Il parere dell’esperto (Luca Pirovano)
Le palestre low cost come la miriade di attività inerenti il fitness, vedi corpetti elettrostimolatori e beveroni alimentari sono oramai la sciagura del benessere fisico. Ma Andiamo ad analizzare più a fondo queste attività franchising. Io ho lavorato in varie palestre e strutture fitness/wellness della provincia di Monza, e posso assicurare che le spese di gestione del personale e strutturali sono ingenti e occorre un business plan studiato in modo chirurgico per avere una qualità del servizio ottimale.
Ora: come si può pensare che un istruttore vi possa seguire insieme ad altre 50 persone, senza una analisi reale (strumentale) del vostro stato fisico, senza lo spazio materiale per eseguire un allenamento cucito su misura per voi perché le attrezzature hanno la coda come in posta, ma soprattutto con uno stipendio orario di 3/4 euro all’ora?
Le palestre low cost DEVONO avere un minimo di iscritti annui, almeno 2000, ipotizzando uno staff di 6 istruttori il risultato è 333 clienti a testa! Chi di voi si impegnerebbe realmente prendendosi una tale responsabilità per 3 euro all’ora? Di cosa stiamo parlando?
Dico di più: le palestre low cost rispecchiano pienamente un modello di vendita a tempo. Chi apre un centro low cost sa perfettamente quando chiuderà la sua sede (entro 6 anni), questo perché tutte le licenze, agevolazioni fiscali, e contratti di fornitura materiali cesseranno. Da questo ragionamento si evince che chi apre lo fa con altri fini fiscali o come “seconda attività” non ha nulla a che vedere con la professionalità.
Perché non iscriversi a una low cost
- Istruttori che per vari motivi (poco lavoro, rientro nel mercato del lavoro, poca esperienza) si affidano a questi centri nella speranza di guadagnare qualcosa con l’attività di personal trainer.
- Nessuna mission e vision professionale.
- È solo per chi è già esperto e con esperienza di allenamento e quindi può agire in autonomia.
- Nessuna analisi strumentale.
- Il concetto di TUTTO COMPRESO è inerente ad attività o materiali scadenti:
- Le lampade abbronzanti DEVONO essere cambiate ogni 450 ore, 2200 sessioni, in pratica se va bene 1 per abbonato. Costo sostituzione 2.000€.
- Pedane vibranti: sono state messe al bando per le controindicazioni, nocive per diabetici, ipertesi, per chi soffre di problemi alla retina, acufene e molto altro.
- Sauna senza operatore preposto al controllo (la sauna come in ogni centro benessere ad uso pubblico necessita di un operatore esperto che controlli il giusto utilizzo).
- Poltrone massaggianti che oltre a non avere senso dal punto di vista anatomico, spesso sono attrezzature rigenerate.
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I servizi di Danza Moderna, Pilates, Fitness, Personal Trainer di Let’s Move (Veduggio con Colzano) possono essere fruiti anche dai residenti delle località di Arosio, Besana Brianza, Briosco, Bulciago, Capriano, Cassago Brianza, Costa Masnaga, Cremella, Inverigo, Lurago D’Erba, Nibionno, Renate Brianza.