Ilaria Fontana è Laureata in Scienze Motorie, Diplomata alla ISTD University di Londra, Fitness trainer
Ilaria, oggi vorrei che ci parlassi di un fenomeno sempre più diffuso: l’obesità.
E’ un bene parlarne, ti ringrazio. L’obesità è qualcosa di cui tutti parlano perché sembra facilmente comprensibile. L’equazione nella testa della gente è “obeso=mangia troppo” oppure “mangia troppo=diventerà obeso”. In realtà il discorso è infinitamente più complesso perché, a differenza del sovrappeso (che è la naturale conseguenza del mangiare troppo), l’obesità ha una fortissima derivazione emotiva dovuta a traumi o carenze affettive o gravi perdite. Oltretutto, per chiudere questa premessa, è necessario osservare che non tutti coloro che mangiano troppo sono in sovrappeso, perché – ne abbiamo parlato tante volte – individualmente entra in gioco l’attività più o meno veloce del metabolismo.
Introduzione, la tua, che mi porta a chiederti di fare un punto sulle possibili cause della condizione di obesità.
Senz’altro, ci sarei arrivato tra pochissimo. Per parlare di obesità, cause e conseguenze possiamo citarle e tentare di analizzarle le une insieme alle altre. La genetica, ma anche problemi ormonali (incluso il malfunzionamento del metabolismo), in un ristretto numero di casi portano all’obesità, cause che se associate alla cattiva alimentazione con eccessi di grassi e – nei casi peggiori – in totale assenza di attività fisica, hanno conseguenze gravissime sul nostro organismo.
C’è purtroppo ancora un’attenzione di massa molto superficiale, lo vediamo da questa statistica in cui è chiaro che c’è interesse intorno al fenomeno obesità ma non c’è interesse ad indagare le cause.
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Le conseguenze immediate e individuabili con facilità riguardano gli importanti cambiamenti che il nostro fisico subisce a livello estetico. Da eruzioni cutanee e alterazione delle forme fino a conseguenze più interne come ipertensione, apnea notturna, squilibrio ormonale. L’attenzione maggiore va rivolta alle complicazioni, che sono tante e annoverano anche disturbi cardiaci, ictus, diabete o aterosclerosi.
Attualmente come si cura l’obesità? Nel corso degli anni che approcci sono stati tentati?
Considera che la differenza tra sovrappeso e obesità è chiara ai più solo in tempi relativamente recenti. Quindi molta della fatica nell’accettazione di certe teorie è dovuta anche a questo fattore. Indubbiamente gli studi, la tenacia e le intuizioni hanno permesso oggi di riconoscere l’obesità come una vera e propria malattia e di prendere i dovuti provvedimenti nei gravi casi che sempre più spesso arrivano in cliniche e ospedali. E ti stupirà sapere che esiste un’incidenza preoccupante di casi di obesità infantile. L’intervento principale avviene sul regime alimentare limitando bruscamente l’apporto calorico giornaliero e cominciando a fare piccoli ma costanti esercizi fisici. I casi più gravi necessitano di supervisione medica continua e vengono sottoposti a interventi chirurgici durante i quali i rischi di sopravvivenza possono essere molto bassi.
Quando cominciare ad allarmarsi? Ci sono indicatori diversi per bambini e adulti?
Rispetto a un sovrappeso, l’indicatore principale è costituito dalla difficoltà nei movimenti, poi dall’affaticamento anche in situazioni che non richiedono sforzo, poi dalle crisi respiratorie. E’ chiaro che queste condizioni sono già connesse alla percezione del proprio aspetto e quindi i disturbi emotivi completano e aggravano il quadro. In assenza di autostima, se non ci sono solidi legami affettivi a fare da supporto, la depressione prende il sopravvento e si prende una vera e propria spirale discendente, difficile da risalire se non con grandissimo impegno. E’ difficile per un adulto, proviamo a metterci nei panni di un bambino travolto da questi cambiamenti.
Se prima abbiamo visto la poca attenzione riguardo le cause dell’obesità, purtroppo il discorso non è molto diverso se vediamo che interesse c’è verso l’obesità infantile. Anche al Nord, nella nostra Monza e Brianza la consapevolezza è ancora lontana.


La differenza sta sempre nel modo in cui si affronta la malattia, per quanto si segua un percorso standard, la reazione e quindi il miglioramento sono legati a tempi soggettivi. E’ inevitabile l’intervento di uno staff che veda impegnati un professionista sull’aspetto nutrizionale, un professionista sull’aspetto psicologico e uno sull’aspetto dell’attività fisica con un programma personalizzato specifico.
Mai affidarsi al fai da te in situazioni così gravi! Non mi stancherò mai di dirlo.
Esiste una sorta di tabella in base alla quale valutare la gravità?
Certo, ci sono dei margini entro i quali possiamo capire a che stadio di obesità ci troviamo. E’ il calcolo dell’Indice di Massa Corporea o IMC (di cui abbiamo parlato altre volte) chiamato anche BMI, Body Mass Index; con il risultato di questo calcolo si valuta il peso come fattore di rischio di malattia. Prendiamo in considerazione statura e peso e otteniamo un coefficiente indicativo sui parametri di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità.
Il calcolo obesità avviene poi in funzione di ulteriori parametri di gravità che il BMI ci indica. La formula BMI corretta è questa: Peso / Statura X Statura. I risultati oscillano in base a questa tabella obesità, uomo o donna rispondono a requisiti leggermente differenti. Solitamente l’obesità è più diffusa tra gli uomini per il semplice fatto che – in linea di massima – la donna tende a stare più attenta al proprio aspetto fisico, anche se è evidente che negli ultimi anni la situazione si è ribaltata.
Grave sottopeso meno di 16,5 | Sottopeso tra 16,5 e 18,4 | Normopeso tra 18,5 e 24,9 | Sovrappeso tra 25 e 30 | Obesità primo grado tra 30,1 e 34,9 | Obesità secondo grado tra 35 e 40 | Obesità terzo grado più di 40
Ovviamente il normopeso mette in conto le differenze strutturali del fisico, della muscolatura, anche relativamente alle aree geografiche in cui ci si trova. Generalmente, sia per gli uomini che per le donne, il valore ricorrente di normalità si attesta intorno al 22.
In aggiunta a questi dati bisogna sempre valutare anche l’età del paziente ed eventuali patologie.
Facciamo un esempio:
una donna di statura 1,56 m che pesa 55,7 kg calcolerà così il suo BMI:
1,56*1,56=2,4336
55,7/2,4336=22,88 (normopeso)
Se la stessa donna pesasse 65,2 kg il risultato sarebbe pari a 26,79 (sovrappeso)
Con un peso di 78,4 si trova già a 32,21 con un obesità di primo grado e così via.
Conoscendo quindi il nostro peso esatto e la nostra altezza possiamo tenerci monitorati anche da soli, questo on significa assolutamente che non abbiamo bisogno di rivolgerci a uno specialista, che abbiamo in mano il potere di scelta sulla nostra salute e su come migliorarla. Massima attenzione invece dobbiamo averla sui nostri figli, sappiamo che sono sottoposti a sollecitazioni alimentari continue dalla pubblicità, dagli amici, dalle vetrine, dai giochini annessi alle confezioni di dolciumi etc etc ma la loro testa non è pronta ad affrontare scelte consapevoli, per questo è importante che ci occupiamo noi della loro educazione alimentare per prevenire la malattia. In caso di sovrappeso vinciamo il luogo comune “se gli piace mangiare vuol dire che sta bene”, dietro a quel piacere potrebbe nascondersi un turbamento o una cattiva educazione alimentare.
Sotto la lente
In provincia di Monza e Brianza nel 2015 (dati Cam di Monza):
- 30.000 Obesi primo e secondo grado (BMI inferiore a 40)
- 5.000 Obesi gravi (BMI maggiore di 40)
- Uomini in sovrappeso 37-53%
- Uomini obesi 7-13%
- Donne in sovrappeso 6-29%
- Donne obese 1-10%
(dati Istituto Medici Pediatri Lombardia)
Bambini età 6-11 anni:
- Obesi 6%
- Sovrappeso 30%
- Maschi 19%
- Femmine 21%
Parere personale
Il fatto di valutare un sovrappeso tramite il BMI è molto empirico, occorre fare una valutazione strumentale per il calcolo del grasso viscerale e della massa muscolare. Un esame ormai molto attendibile è la BIA. Senza andare avanti con ulteriori tecnicismi, posso affermare che molta della popolazione brianzola non sa di essere entrata in un tunnel malsano, caratterizzato da alimentazione ipercalorica causata da stress psicologico. So benissimo che la maggior parte delle cause di sovrappeso e obesità partono dalla testa. Mi capita moltissime volte di ascoltare persone che accampano motivazioni assurde al loro stato fisico.
- Sono gonfio
- Non so cosa mangiare
- Non ho tempo di cucinare
- Ho le ossa grosse
- Mangio sempre fuori per lavoro
- Non posso cucinare per tutta la famiglia in modo diverso
- Mangio bene ma ingrasso
- Mi concedo qualcosa solo nel week end
- In famiglia siamo tutti così di costituzione
La verità è:
- Mi sento sola/o
- Non vado d’accordo con mio marito/moglie
- Ho un lavoro che ormai mi assorbe tutta la vita e ne sono troppo coinvolto/a
- Mi adatto a quello che trovo e offre la mia vita
In definitiva, credo che il cibo sia la valvola di sfogo per le situazioni personali.
Solo una piccola percentuale di persone non sa che alcuni cibi di uso comune (purtroppo) sono nocivi alla nostra salute, e nonostante la consapevolezza ne abusano.
Dolci, pane, pasta, biscotti, bevande gassate, alcolici, prodotti salati… sono solo alcuni di questi alimenti.
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