La palestra è sempre più un luogo di socializzazione e di divertimento. Le sale sembrano essere state create per fisici perfettamente scolpiti e capita di sentirsi a disagio se si ha qualche chilo di troppo. In un caso conclamato di obesità questo può creare problemi?
Capita molto più spesso di quanto pensiamo. Anche chi deve smaltire le cene di Natale a volte si sente inadeguato, figuriamoci chi convive con un dramma come quello dell’obesità, magari dall’infanzia, e oltre al peso del suo corpo sopporta quello dei fallimenti passati, delle delusioni, delle umiliazioni. Ad una persona obesa si offre un supporto di tipo professionale per l’allenamento ma in più si deve avere nei suoi confronti una grande empatia, perché senta di non essere sola.
Psicologicamente, come sarà successo a noi miliardi di volte nella nostra vita, affrontiamo sempre con grande entusiasmo ciò che ci piace o che ci serve ma se non abbiamo uno stimolo corretto abbandoniamo. Il personal trainer per obesi interviene per mantenere vivo il desiderio di raggiungere il traguardo, motivando, affiancando, aiutando, gratificando l’impegno dimostrato.
Immagino che cambi però il tipo di allenamento, o usa gli stessi attrezzi?
Nella maggiorparte dei casi, l’allenamento per persone obese vede gli attrezzi come superflui soprattutto nei primi appuntamenti dove la cosa importante è riabituare il corpo a compiere gesti o movimenti insoliti. Anche i più banali come portare le braccia in avanti o alzare una gamba possono essere motivo di grande fatica. Corpo libero, quindi, o in alternativa agli attrezzi si possono usare le bande elastiche o gli step. Però è necessario distinguere un sovrappeso importante dalla grave obesità. Generalmente chi ha un forte sovrappeso è comunque in grado di muoversi autonomamente, seppure con molte limitazioni e comprensibile disagio.
Una persona gravemente obesa, invece, passa tutto il suo tempo tra sedia e letto quindi è normale che il lavoro di miglioramento sarà molto più complesso e andrà ad incidere sul cambiamento radicale dello stile di vita.
In questo caso come si fa a portarla in palestra? E col confronto come la mettiamo?
La palestra per gli obesi non è un ambiente sempre indicato. Il discorso psicologico cui accennavamo richiede che si trovi un luogo estremamente accogliente, dove avere privacy e un unico pensiero: la propria salute. Per i primi tempi ci si può accordare anche in uno spazio della casa, o in uno studio o semplicemente in un’area riservata della palestra.
Quando i miglioramenti arrivano (e arrivano presto!) si percepisce un benessere generale, che favorisce la perseveranza e la voglia di andare sempre più avanti.
Questo porta ad una graduale integrazione tra gli altri frequentatori della palestra, perché cambiando la percezione su noi stessi cambia il modo in cui interpretiamo gli sguardi altrui. E non è poco, cambia la socialità, cambia il desiderio di socialità, cambia il potenziale di azione della persona.
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Un risultato come questo è motivo di grande orgoglio, ma che responsabilità diamo all’alimentazione, in un percorso contro l’obesità?
Ho dato un po’ per scontato un piano alimentare equilibrato, anche perché il movimento fisico stimola il metabolismo e di conseguenza il percorso si completa.
Come sappiamo, il personal trainer quando assume l’incarico di affiancare una persona, fa una sorta di inventario della sua situazione che comprende stile di vita, alimentazione, patologie pregresse o nuove, contesto in cui vive e lavora. Per una persona obesa gli effetti che questi aspetti possono avere si amplificano perché ci troviamo di fronte a psicologie molto fragili.
In Italia il problema alimentare sta dilagando da una ventina d’anni e l’obesità è altamente diffusa in età pediatrica, la fase più delicata della vita di una persona. 1 su 5 è obeso. Solo nel territorio di Monza e Brianza gli ultimi dati Ocse parlano del 9% della popolazione. Percentuale impressionante. Bisogna intervenire con informazione, con prevenzione, con educazione.
Se tra i miei studi specialistici c’è anche questa formazione posso certamente intervenire, in caso contrario il mio compito è di impegnare un professionista del mio staff che sarà aggiornato sui progressi. E poi chiariamo sempre una cosa: in casi complessi è fondamentale che ci sia un dialogo con il medico curante della persona, noi non possiamo sostituirci a lui. Per questo dico sempre che si tratta di un lavoro di squadra. Molti pensano che “fare palestra” significhi impiegare un’ora o due e poi si esce e si è finito. La palestra, nel suo significato originario è un lavoro su stessi, e come tale richiede rispetto e onestà, verso se stessi e verso “la squadra”.
Superati i preliminari di conoscenza e informazione, come comincia l’allenamento?
Credo che tu ti riferisca al momento in cui si valuta l’entità dello sforzo che questa persona può sopportare. Considera che a ogni grado di sovrappeso corrisponde un rischio di problemi vascolari e cardiaci, di corruzione della struttura ossea, di dolori muscolari e articolari. Per non parlare di patologie strettamente connesse come il diabete . Tutto è chiaramente soggettivo, quindi si fanno dei test di resistenza per stabilire frequenza cardiaca e capacità individuali oltre ad un calendario degli allenamenti ad intensità graduale che non espongano a ulteriori rischi per la salute.
Il parere dell’esperto
Il problema del sovrappeso e dell’obesità può essere definito epidemia, visto l’enorme diffusione a livello mondiale. Ipernutrizione e sedentarietà hanno invaso lo stile di vita di milioni di persone, con tutte le complicazioni di salute e disagio psicologico che un tale stato fisico comporta. Invertire il trend è difficile perché la problematica è radicata a livello sociale e culturale, questa è e sarà anche in futuro una piaga che proprio nel Personal Trainer trova la sua soluzione più efficace.
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I servizi di Personal Trainer Personalizzati di NeoMotus (Lissone) possono essere fruiti anche dai residenti di altre località di Monza e Brianza.